Nella pletora di dispositivi di assistenza alla guida è sicuramente fra i più sfiziosi: dopo avere premuto l’apposito pulsante di attivazione, è davvero gratificante vedere il volante girare da solo a destra o a sinistra per parcheggiare la vettura in linea o a pettine (vale a dire, parallelamente o perpendicolarmente al marciapiede). Quando si transita a bassa andatura nei parcheggi, grazie ad appositi sensori a ultrasuoni l’Active Park Assist (in italiano, assistenza attiva al parcheggio) è in grado di individuare con precisione lo spazio adeguato fra le file di auto: basta che ci sia appena il 20% di lunghezza in più rispetto all’ingombro dell’auto.
Col cambio manuale richiede comunque attenzione
In questa fase al guidatore è richiesto solo di utilizzare la leva dell’indicatore di direzione per confermare su quale lato del veicolo (quello di guida o del passeggero) ricercare il parcheggio. Nel momento in cui il sistema trova un’area idonea, viene emesso un segnale acustico e nel display delle informazioni compare un messaggio che chiede di attivare la procedura.
Nel caso delle vetture con trasmissione manuale, è automatica solo l’azione dello sterzo, per cui il guidatore deve curarsi di azionare frizione, acceleratore e freni per assecondare la manovra, controllando l’ambiente circostante e gli spostamenti in automatico della vettura sia coi sensori, sia con la retrocamera.
Quelli più sofisticati fanno tutto da soli
I “Park Assist” più evoluti, non solo azionano lo sterzo (che, come per il sistema semiautomatico, deve avere necessariamente l’assistenza elettrica) ma controllano anche l’acceleratore, il cambio e il freno (a patto che la vettura sia dotata di trasmissione automatica). Così non serve neppure armeggiare coi pedali.
Alcune vetture di recente produzione (non solo quelle di lusso), dispongono di una particolare funzione che permette di farle entrare o uscire dagli spazi di parcheggio (come pure dai box più angusti) gestendole con un telecomando, dunque anche senza il pilota a bordo.